Dopo lo straordinario successo ottenuto lo scorso anno, riprendono gli appuntamenti con lo YOGA al Museo Filangieri, quest’anno declinati in specifiche masterclass, ciascuna con un tema.
Come sempre, la pratica sarà differenziata tra il più dinamico vinyasa, con Stefania Cristiano, e il più meditativo Hatha, con Vincenzo Improta. Ogni incontro, una tappa per l’esplorazione di sé all’interno della bellezza della pinacoteca della Sua Agata. Questi i temi: creatività, limite e accettazione, respirazione, luna piena flow, auto-affermazione, consapevolezza.
Dato il limitato numero di posti, ogni incontro è con acquisto obbligatorio in prevendita. Il costo è di €20. Non dimenticate di portare con voi il vostro tappetino! Infoline: 371.5217747.
Questo il link per l’acquisto.
DATE, ORARI E TEMI
27 Gennaio: ore 11. Vinyasa, con Stefania Cristiano
La creatività, il nostro tesoro inesplorato. Il secondo chakra: svadhishtana.
Cosa portare: il tappetino. Indossare qualcosa di arancione. Una tazza/ciotola (meglio se di colore arancio).
Dopo 15 lunghissimi anni, Plutone esce dal segno del Capricorno ed entra nel segno dell’Acquario. L’assetto lento di Plutone si sposta, in questo modo, dal rigore del Capricorno alla creatività dell’Acquario.
In questo incontro si lavorerà sul secondo chakra, legato all’elemento dell’acqua, legata al movimento e al cambiamento, e all’energia sessuale che da spinta alla creatività; con l’ausilio dei tarocchi di Jodorowsky, scoveremo i nostri tesori nascosti e li porteremo alla luce.
Il numero massimo di questo incontro è di 21 persone, lo stesso numero degli arcani maggiori. Fondamentale, quindi, assicurarsi prima possibile il proprio posto, acquistandolo in prevendita. Se possibile,indossa qualcosa di arancione e porta con te un recipiente, possono andar bene una tazza o una ciotola.
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27 gennaio, ore 17. Hatha, con Vincenzo Improta
Limite e accettazione
Cosa portare: il tappetino.
Limen/limes è una parola latina, la cui area semantica spazia dal significato di soglia, limite, ingresso a quello di confine, di casa e dimora, fino a quello di traguardo. Limite come barriera, confine, ostacolo, impedimento? Uno stop per fermarsi e valutare quale direzione intraprendere? O, forse, la capacità di individuare con precisione il proprio campo d’azione e le proprie possibilità di movimento? Tale capacità si riflette a livello quello corporeo e mentale per estendersi alla sfera spirituale, dunque all’immaginazione ed alla fantasia.
Il senso del limite, nello yoga, permette di sperimentare e percepire il movimento possibile, nel rispetto del confine tra sforzo e dolore. Si tratta di un continuo esercizio, non solo fisico, bensì mentale e spirituale, con ripercussioni sulla vita, nei rapporti e sul comportamento, per identificare i nostri confini e quelli dell’altro. Opponiamo resistenza: difficile anche stare seduti in silenzio! E, in agguato, c’è il giudizio. Lavoreremo insieme per individuare il limite, neutralizzare il giudizio e adattarci, alle posizioni nello yoga e alle circostanze nella vita. Per cercare il limite, trovarlo, e andare avanti, verso il limite successivo. Perché accettarlo, il limite, significa iniziare a superarlo.
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17 Febbraio, ore 17. Hatha, con Vincenzo Improta
Respirazione
Cosa portare: il tappetino.
L’etimologia di “Re-spiro” ci riporta al “soffiare”: soffiare di nuovo, re-spirare. Vivere significa respirare eppure… molto spesso viviamo in apnea. Invece, se si respira davvero, ci si espande. Con un’inspirazione e espirazione profonde, si ritrova la calma. Una regolarità di respiro permette di germogliare, di crescere. Il respiro è alla base dello yoga – e della vita, naturalmente. Più tempo ci fermiamo in un’asana, più possiamo portare attenzione e consapevolezza al respiro. Senza esserne consapevoli, nel quotidiano attiviamo solo una piccola parte della nostra capacità respiratoria, di consueto nella zona del torace.
Lo yoga aiuta a spingere l’aria inalata non solo ai polmoni, ma giù, nell’addome, un’ abilità che si acquisisce con l’esercizio e la meditazione. Un respiro profondo ossigena tutto il corpo, gli organi, il sangue e abbassa la frequenza cardiaca. Col l’attenzione al respiro, addomestichiamo la mente e ci portiamo nel qui e ora, nel momento presente. Il respiro, quindi, come veicolo per raggiungere una consapevolezza interiore, una guida verso una connessione più profonda tra corpo, mente e mondo circostante, i cui benefici, psico-fisici, saranno forieri di un benessere più ampio, acquisito con la pratica, e agito nel quotidiano.
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24 febbraio, ore 18. Vinyasa,con Stefania Cristiano.
Luna Piena Flow, la spinta verso l’intuizione.
Cosa portare: il tappetino. Indossare qualcosa di bianco.
La Luna Piena è un momento magico in cui tutti gli elementi naturali (piante, oceani, animali e anche noi, esseri umani) percepiscono e subiscono la sua influenza energetica. Attraverso la pratica, accompagnata da tecniche di Pranayama (respiro) e una piccola sessione di meditazione, aiuteremo a canalizzare l’energia intuitiva della lunazione, per entrare nella danza dell’Universo in maniera naturale e con il ritmo giusto, ciascuno il proprio, che conduce all’auto guarigione.
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16 Marzo, ore 11. Vinyasa, con Stefania Cristiano
Rinascere nell’auto-affermazione. Il quinto chakra: Vishudda.
Cosa portare: il tappetino. Indossare qualcosa di azzurro.
Siamo arrivati al solstizio di primavera. Dopo mesi in cui la terra ha lavorato internamente, è ora pronta a mostrarsi al mondo, esternamente. In questo incontro lavoreremo sul chakra della gola, vishudda, con l’ausilio della pratica e della voce, primo strumento di auto affermazione (io esisto, io ci sono) e autodeterminazione (io scelgo).
Non è un mistero che l’uomo segua i cicli della natura dalla luce dei tempi; inoltre, le congiunzioni astrali ci suggeriscono di esporci senza cadere vittime delle illusioni ed autoaffermarci con gioia e rigore, due parole apparentemente antitetiche, ma che racchiudono il seme della forza e della sicurezza nei nostri sogni, quelli cullati e seminati nel lungo periodo invernale, che adesso aspettano di fiorire e mostrarsi a noi ed al mondo.
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23 Marzo, ore 17. Hatha, con Vincenzo Improta.
La consapevolezza
Cosa portare: il tappetino.
“La vera essenza della vita può essere trovata in ciò che sta nascosto sotto la superfice.” S. Masunaga
La parola “consapevolezza” deriva da con-sapere, rimandando a un fenomeno estremamente intimo, e di importanza cardinale. La consapevolezza è una condizione in cui la cognizione di qualcosa si fa interiore, profonda, perfettamente armonizzata col resto della persona, in un “uno” coerente. Una condizione interiore, profonda: essere totalmente presenti in quello che sta succedendo, nel “qui ed ora” e in assenza di giudizio.
Come raggiungere questa condizione? Attraverso le posizioni (asana) associate al respiro (pranayama) ci si pone in ascolto, in contatto con la dimensione del corpo, del respiro e delle energie. In questo modo, l’esperienza della consapevolezza può manifestarsi come scoperta della profondità dell’esistenza, presente anche nelle piccole cose, nella splendida gratuità della vita viere e dei suoi fenomeni. Soltanto il ‘qui e ora’, il presente, è la dimensione che ci appartiene. Asana, pranayama e meditazione diventano una sorta di innesco per la pratica della consapevolezza. Un rimedio alla tendenza, di tutti, alla proliferazione mentale non necessaria, radice di sofferenza, attraverso la paziente coltivazione di una attenzione diretta, profondamente non giudicante, ma al tempo stesso partecipe, ossia unita con ciò a cui essa rivolge lo sguardo. Una consapevolezza ‘allargata’ alla vita quotidiana, per estendere l’attenzione non giudicante al più complesso campo delle emozioni e dei pensieri.
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